CATHERINE MCGILVRAY RACCONTA I “SENZA VOCE” DEL SALVADOR

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CRISTIANESIMO E ISLAM A OTTOCENTO ANNI DALL’INCONTRO TRA FRANCESCO E IL SULTANO D’EGITTO

“La Russia è un paese che cambia con una velocità sorprendente, ma non si sa mai in quale direzione. Il cammino verso un’autentica democrazia matura è ancora lungo: speriamo che il prezzo da pagare non siano altri spargimenti di sangue. Certo che le ultime elezioni sono state un segnale inquietante”.

Lo ha detto padre Giovanni Guaita, prete ortodosso del Patriarcato di Mosca che da qualche mese guida le proteste contro il governo di Putin, aprendo la terza serata del Terni Film Festival.

Guaita, che è di origine sarda ma vive da 35 anni in Russia, la scorsa estate ha accolto nella sua chiesa dei manifestanti picchiati dalla polizia e da allora è diventato un punto di riferimento per il movimento di preti, insegnanti, artisti e cittadini che chiedono al Cremilino giustizia e democrazia.

“Nel 2024 scade l’ultimo mandato di Putin – dice Guaita – e dovrà inventarsi qualcosa per restare al potere, anche perché dopo quello che è successo in questi anni perdere il potere potrebbe essere pericoloso per lui”.

Mercoledì 13 novembre alle 16.40 il festival diretto da Arnaldo Casali accoglie invece Catherine McGilvray, regista del documentario Los sin voz dedicato ai profughi del Salvador espulsi dagli Stati Uniti a seguito delle politiche sull’immigrazione del governo Trump.

La serata sarà invece dedicata agli ottocento anni dall’incontro tra Francesco d’Assisi e il Sultano d’Egitto: alle 21 verrà proiettato il film The Saint and the Sultan di Alexander Konomer, a seguire l’incontro con lo studioso francescanista Alfonso Marini, i francescani Pietro Messa (dell’istituto Antonianum) e Giuseppe Piemontese (vescovo di Terni) e Abd al Hakim Carrara, vicepresidente della Comunità Religiosa Islamica italiana.

A chiudere la serata la suggestiva performance Riflessi d’argento tra i buio e la luce degli Eldar, che fonde insieme la preghiera islamica I 99 nomi di Dio e quella cristiana Le lodi di Dio Altissimo, scritta da Francesco d’Assisi e ispirata allo stesso testo musulmano.

Il pomeriggio vedrà anche la proiezione dei corti Zorn di Lorenz Piehl e A new home di Ziga Virc e del film Yomeddine di Abu Bark Shawky.

Giovedì 14 si parlerà invece di Rosa Parks (la donna che rifiutando di cedere il posto a un bianco in un autobus iniziò la lotta per i diritti dei neri in America), della vita di don Minzoni (con il film in concorso Oltre la bufera presentato dal protagonista Stefano Muroni) e degli insediamenti israeliani in Palestina con Iris Zaki, regista del documentario in concorso Unsettiling.

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