Mercoledì 12 novembre arriva Edoardo Winspeare Lech Walesa raccontato da Wajda

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Jeoshua bem Josef, meglio conosciuto come Gesù di Nazareth, non è nato il 25 dicembre dell’anno 0 in una grotta, ma in un giorno di primavera nel 7 avanti Cristo in una normalissima casa; aveva dei fratelli nati probabilmente dall’unione di Maria e Giuseppe, ed è morto il 7 aprile dell’anno 30, a circa 37 anni di età. Maria Maddalena non era una prostituta e nemmeno la moglie, ma un Apostola che con il passare dei secoli è stata progressivamente denigrata ed emarginata dalla tradizione a favore di Maria madre di Gesù che – al contrario – nei vangeli non figura come una discepola, ma piuttosto come una madre preoccupata per i “guai” in cui sembra volersi cacciare un figlio ribelle e anticonformista. Che non è “nato Dio”, ma ha preso progressivamente consapevolezza della sua identità e della sua missione, lasciando anche che molte persone gli facessero cambiare idea su alcune questioni.

E’ questo il profilo emerso dell’ebreo palestiense che ha spaccato la storia in due, nel corso del pomeriggio del festival Popoli e Religioni guidato dalla regista Maite Caprio con il documentario Gessù di Nazarth e la teologa Lilia Sebastiani.

Una giornata, quella di lunedì segnata anche dall’intensità e dall’emozione del racconto della pace “scoppiata” tra i soldati nemici durante la Prima Guerra Mondiale. Martedì 11 novembre il focus sui nemici che si scoprono fratelli si sposta sulla Palestina, con una giornata densa di appuntamenti con musica, film e conferenze, mentre mercoledì 12 novembre il conflitto fratricida si sposta nella Polonia degli anni ’80 con Walesa, il nuovo film del premio Oscar Andrzej Wajda dedicato al fondatore di Solidarnosc. Un legame molto stretto, peraltro, quello tra Lech Walesa e Andrzej Wajda, tanto che futuro presidente della Polonia nel 1983 aveva recitato, interpretando sé stesso, nel film-manifesto della lotta contro il regime di Jaruselski: L’uomo di ferro.

La giornata polacca del festival prevede anche l’incontro con i Andrzej Bubela e Wieslaw Mokrcycki, direttori del festival Sacrofilm di Zamosc, in Polonia, gemellato da 8 anni con Popoli e Religioni e il concerto del pianistaMarcin Gluch organizzato dalla Comunità Polacca di Terniguidata da Anna Grabowska.

In serata anche proiezione del cortometraggio in concorso Fratelli del regista ternano Andrea Di Bari.

EDOARDO WINSPEARE E “IN GRAZIA DI DIO”

Alle 21 al Museo Diocesano arriverà uno dei più importanti nomi della cinematografia italiana contemporanea: Edoardo Winspeare, che presenterà il suo nuovo film In grazia di Dio, realizzato con metodi innovativi.

Non c’è concorrenza con i cinesi, così una famiglia di fasonisti è costretta a chiudere la propria fabbrica di fronte ai debiti e alla bancarotta. Le due sorelle tornano dalla madre in campagna, una insegue le sue aspirazioni d’attrice e l’altra lavora le proprie terre. Il film ha utilizzato il pagamento tramite baratto per quanto riguarda le location e utilizzato attori locali e non professionisti, ed è una produzione a impatto zero: rifiuto della plastica, l’uso di biciclette, i pernottamenti presso i set, gli avanzi dei pasti dati agli animali degli agricoltori limitrofi.

Primogenito di Riccardo Winspeare Guicciardi (discendente da un’antica famiglia inglese di religione cattolica stabilitasi nel Regno di Napoli a seguito delle guerre di religione) e di Elisabetta del Liechtenstein, Edoardo si è diplomato in regia a Monaco di Baviera, e ha raggiunto il successo nel 2000 con “Sangue vivo”, cui sono seguiti “Il miracolo” e “La  festa che prende fuoco” dedicato ai riti della Focara per la festa di Sant’Antonio Abate a Novoli. Ha interpretato come attore “Noi credevamo” e diretto la docu-fiction su don Tonino Bello “L’anima attesa”. Ha fondato “Coppula Tisa” un’organizzazione non profit che persegue lo scopo di ripristinare la bellezza dei luoghi del Salento colpiti dalla cementificazione e dall’abusivismo edilizio.

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