Bilancio Festival 2011

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Un successo insperato e inaspettato, viste le condizioni economiche e organizzative con cui l’organizzazione del festival è stata costretta a lavorare. Una scommessa vinta: quella di non rinunciare nemmeno ad un giorno di eventi, puntando ad abbattere i costi aumentando l’offerta e la qualità della programmazione.

Questo il bilancio della settima edizione del festival Popoli e Religioni, la prima che vede Umbria Vision Network partner dell’Istess nell’organizzazione.

“L’apporto di Uvn a una manifestazione già solida e di spessore – spiega il presidente dell’associazione Simone Di Conza – ha riguardato in primo luogo una maggiore apertura al territorio, con delle proiezioni anche in altre città, come Narni, Amelia, Perugia e Spoleto, senza dimenticare la caratura internazionale della kermesse, con la partecipazioni di soli due registi italiani, con una particolare attenzione al Maghreb e con un primo appuntamento con le ambasciate che puntiamo a sviluppare e a far crescere. Per noi il festival non finisce qui: il nostro obiettivo è di ampliarlo sia a livello spaziale che temporale, pensando a una programmazione allargata”.

Il pubblico

Questa settima edizione del festival ha recuperato gli spettatori giornalieri perduti lo scorso anno. Nel 2009 la media era di 900 e lo scorso anno eravamo scesi a circa 500, quest’anno abbiamo avuto almeno 800 spettatori a giornata e un coinvolgimento complessivo di circa 1.000 persone: il ritorno in una sala cinematografica ha certo favorito la partecipazione ma anche le diverse location con la proposta di molteplici appuntamenti culturali (La Bct con ” Il mezzogiorno d’Autore” e il serale ” Cocktail delle Arti” e la mostra sul Maghreb e il convegno al Palazzo Primavera e gli workshop mattutini) hanno movimentato la vita culturale cittadina suscitando interesse e portando stimoli di riflessione importanti sugli eventi del mondo.

“Un ottimo risultato che conferma il festival Popoli e Religioni come l’evento culturale più partecipato dai cittadini ternani” commenta il direttore artistico Arnaldo Casali. “Anche se siamo determinati a migliorare ancora: forse l’unica ‘pecca’ di quest’anno è stata infatti la scarsa comunicazione istituzionale. L’intenzione quindi, per il futuro, è di aumentare la promozione del festival sul territorio”.

Fondamentale il rapporto con le scuole: “Per sei giorni – dice il direttore dell’Istess Stefania Parisi – la sala è stata letteralmente invasa da ragazzi che hanno voluto veramente prendere parte a un confronto e a una riflessione sui temi affrontati dal festival. Ormai si tratta di un appuntamento atteso e, al cenacolo San Marco, abbiamo continuato e continueremo a svolgere delle proiezioni per le scuole. D’altra parte ha ragione Pupi Avati che, nel corso del festival, ha evidenziato come sia necessario educare i giovani al cinema, a un cinema di qualità. Altro aspetto importante riguarda la valorizzazione delle realtà e delle professionalità ternane che, in genere, vengono ignorate, quando invece si tratta di un patrimonio prezioso”.

Sulla stessa linea anche il vicario del vescovo don Antonio Maniero: “L’aspetto di maggio interesse riguarda, a mio avviso, la capacità della manifestazione di radunare gente di tutte le età e di tutte le provenienze: stranieri italiani, giovani e meno giovani. La grande sorpresa è stato soprattutto l’entusiasmo dei ragazzi che, sinceramente, non potevo neanche immaginare. Questo, probabilmente, a causa delle caratteristiche del festival, che non solo è stato ben organizzato, ma anche pensato e studiato in maniera impeccabile”.

Le serate (momento clou di giornate che comprendevano anche le mattinate con le scuole, il mezzogiorno con l’autore in bct, il recital “L’italia s’è desta” e i workshop a Palazzo Primavera, il cocktail delle arti, le presentazioni dei libri e le proiezioni dei film in concorso alle 15.30 e delle 17.30) a differenza degli anni passati hanno visto una certa stabilità di pubblico: la sala 4 del Cityplex non ha mai esaurito del tutto i 300 posti disponibili, ma pur con alti e bassi, la presenza si è attestata su una media di 200 spettatori per lo spettacolo delle 21.00.

E’ stato rilevato un maggiore apprezzamento del pubblico, da sempre molto critico con le pellicole in visione. Quest’anno i commenti sono stati infatti esclusivamente positivi.

Due appuntamenti poi hanno riscosso un successo particolare: la giornata delle Ambasciate straniere con la Conviviale serale al Circolo del Drago e “La festa dei Popoli” al Teatro Secci. E’ la prima volta che il Festival si rivolge alle Ambasciate straniere in Italia per far conoscere il festival e chiedere loro la collaborazione nell’inviarci i film che loro ritengono più rappresentativi della cultura del paese d’origine; si sta anche pensando ad organizzare veri scambi culturali tra il nostro Festival e i loro analoghi appuntamenti culturali: Hanno aderito 6 Ambasciate: Cipro, Romania, Lesotho, Serbia, Tunisia, Mozambico. La Festa dei Popoli ha visto la attiva partecipazione di 12 gruppi di comunità straniere presenti sul nostro territorio che hanno proposto significative performance artistiche, di alta qualità anche la danza “Donne d’Oriente e donne d’Occidente” presentata e creata proprio per il Festival da parte di giovani ternani di elevata professionalità artistica. Anche il Concerto della soprano Loredana Birocci e il trio dei musicisti Francescangeli, Orlandi, Macciò ha manifestato una eccellente qualità a dimostrazione che nella nostra città esistono artisti di elevatissimo spessore.

Il budget

I circa 50mila euro spesi nelle nove giornate del festival rappresentano in assoluto la cifra più bassa mai costata dalla kermesse. Una scommessa vinta, dunque, sul piano organizzativo, ma che deve e vuole rappresentare solo una denuncia e una forma di “resistenza culturale” e non di certo un modello, dal momento in cui si tratta di un risultato dovuto anche al volontariato dei direttori artistici e degli organizzatori che non hanno percepito alcun compenso per il lavoro svolto con grande dedizione, fatica e impegno di tempo e di energie.

“Il costo-record della settima edizione del festival Popoli e Religioni  – riprende Casali -sta a dimostrare, però, che si può realizzare un grande evento culturale con poche risorse, se si hanno idee, passione e professionalità.

Va ricordato che gli ingressi a tutti gli eventi del festival sono stati liberi e gratuiti.

Crediamo che tutto ciò debba rappresentare anche motivo di riflessione per il Comune di Terni, che quest’anno non ha inserito il festival Popoli e Religioni tra i quattro eventi strategici delle politiche culturali della città, finanziandolo con appena 3900 euro”.

Gli artisti

Per la prima volta il festival Popoli e Religioni ha assegnato due premi alla carriera, a due mostri sacri del cinema italiano come Liliana Cavani e Pupi Avati. Tra gli altri artisti che hanno sfilato nei nove giorni di eventi figurano Lech Majewski, Claudia Koll, Roberto Citran, Massimo Lello, Arnaldo Colasanti, Maria Grazia Cucinotta, Krzysztof Zanussi, Marialuisa De Crescenzo, Renzo Rossellini, Deborah Young, Francesco Patierno, Guido Chiesa, Paolo Bianchini e Francesco Salvi e videointerviste a Luis Bacalov e padre Gabriele Amorth.

Un’attenzione particolare è stata data, inoltre, agli artisti ternani. Oltre alle attrici che hanno presentato le sette serate (Elena Sinibaldi, Cecilia Di Giuli, Maria Chiara Tofone, Elisa Gabrielli, Giorgia Porchetti), il festival ha visto la partecipazione dei registi Emanuele Pecorari (in concorso con il documentario Coming Home) e David Fratini (che ha presentato il corto La domenica), Riccardo Palladino (che ha aperto il festival con il documentario Lo Spirito di Assisi), Oreste Crisostomi (che ha collaborato all’organizzazione del festival) e gli attori Riccardo Leonelli e Camilla Ferranti (protagonisti del film Young Europe). Significativa anche la collaborazione con l’Istituto Briccialdi che ha concesso l’uso del pianoforte di palazzo Primavera e una cui allieva – la pianista Ilaria Macedonio – è stata tra i protagonisti del recital L’Italia s’è desta.

Le anteprime

Come ogni anno il festival ha proposto numerose anteprime nazionali. Tra queste il vincitore The mill and the cross di Lech Majewski, con Rutger Houer e Charlotte Rampling.

Una prima assoluta è stata poi quella di Young Europe di Matteo Vicino, presentato a Roma due giorni dopo la proiezione al festival.

A chiudere la kermesse è stata poi la proiezione, in anteprima assoluta, di alcune scene del film Il sole dentro di Paolo Bianchini, attualmente in fase di postproduzione.

La stampa

Il festival è stato seguito con continuità anche dalla stampa nazionale, con uscite su quotidiani come Corriere della sera, Libero, Avvenire e L’Osservatore Romano. Notevole è il fatto che, per la prima volta, il festival ha “creato” notizie che hanno fatto poi il giro dei media nazionali.

Particolare clamore hanno suscitato le dichiarazioni sul palco del festival di Liliana Cavani (che ha annunciato un nuovo film su san Francesco), Claudia Koll (che ha rivelato un tentativo di stupro) e padre Gabriele Amorth, la cui posizione su Harry Potter e Yoga ha innescato addirittura un dibattito continuato sui media nazionali anche a distanza di una settimana, con interventi dell’associazione italiana Yoga e di don Andrea Gallo.

LA RADIO

Anche quest’anno il festival ha attivato una sinergia con Radio Tna e il portale RadioAdesso per trasformare le nove serate del festival in altrettanti programmi radiofonici che saranno trasmessi da Radio TNA InBlu e pubblicati online in podcast su RadioAdesso.

Il programma si è aperto la domenica successiva al festival (4 dicembre) e proseguirà tutte le settimane, la domenica alle 23.05.

IL LIBRO

Proprio durante il festival è uscito, nelle librerie di tutta italia, il volume Tra cielo e terra – cinema, artisti e religione, scritto dal direttore artistico del festival Arnaldo Casali e pubblicato da Pendragon. Il volume raccoglie il meglio dei sette anni del festival con interviste a Franco Battiato, Angelo Branduardi, Enrico Brizzi, Fabio Bussotti, Liliana Cavani, Ascanio Celestini, Arnaldo Colasanti, Giobbe Covatta, Maria Grazia Cucinotta, Alessandro D’Alatri, Corrado Guzzanti, Sabrina Impacciatore, Riccardo Leonelli, Neri Marcorè, Giuliano Montaldo, Davide Rondoni, Francesco Salvi, Jerzy Stuhr, Carlo Verdone, Nanni Moretti e Alice Rohrwacher e interventi di Vincenzo Paglia, Stefania Parisi, Francesco Patrizi, Dario Edoardo Viganò, Krzysztof Zanussi.

 

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