SOLIDARIETA’ A JAFAR PANAHI

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Il regista iraniano dissidente è stato arrestato dal regime di Theran

L’Istess e l’associazione Cielo e Terra, organizzatori del festival popoli e religioni, in segno di solidarietà a Jafar Panahi, il regista iraniano arrestato ieri a causa della sua partecipazione a movimenti di protesta contro il regime del suo paese, hanno deciso di inviare una lettera aperta all’ambasciata iraniana di Roma e di proiettare al Cenacolo San Marco il suo capolavoro “Il Cerchio”.
Leone d’Oro alla 57ma Mostra del Cinema di Venezia del 2000, “Il Cerchio” è un film corale, che racconta la storia di otto donne incarcerate nell’Iran contemporaneo e i cui protagonisti sono presi dalla realtà, come abitudine del regista.
“E’ inoltre un film – spiega il direttore dell’Istess Stefania Parisi – un film che bene si inserisce nelle celebrazioni per la ricorrenza dell’8 marzo, festa della donna”.
“Il Cerchio” sarà proiettato, ad ingresso libero, domenica 14 marzo alle 16 al Cenacolo San Marco in via del Leone 12.
Jafar Panahi (Mianeh, 11 luglio 1960), dopo gli studi all’Università del cinema e della televisione di Teheran, gira diversi corti e mediometraggi per la tv iraniana ed è assistente di Abbas Kiarostami per Sotto gli ulivi (1994). Nel 1995 debutta nel lungometraggio con Il palloncino bianco, da una sceneggiatura di Abbas Kiarostami, delicata favola morale con commoventi personaggi infantili presi direttamente dalla realtà che gli vale la Caméra d’or al Festival di Cannes. Nel 1997 vince il Pardo d’oro a Locarno con Lo specchio, apologo sulla difficile condizione femminile in una società dominata dalla morale islamica. Lo stesso tema torna anche in Il cerchio (2000), film corale sulla storia di otto donne incarcerate nell’Iran contemporaneo, premiato a Venezia con il Leone d’oro. Nel 2003 vince a Cannes il premio della giuria nella sezione Un certain regard con Oro rosso, noir in bilico tra neorealismo e astrazione, sceneggiato da Abbas Kiarostami e proibito in patria. Viene arrestato nel 2010 da degli agenti di sicurezza iraniani per la partecipazione del regista ai movimenti di protesta contro il regime del suo paese
IL TESTO DELLA LETTERA ALL’AMBASCIATA
UMBRIA INTERNATIONAL FILM FEST “POPOLI E RELIGIONI”
Terni, 2 marzo 2010
Alla AMBASCIATA della REPUBBLICA ISLAMICA dell’IRAN in ITALIA
Via Nomentana 361 / 363 –  00162 ROMA
Spett.le Ambasciata,
abbiamo appreso ora dai mass-media dell’arresto avvenuto a Teheran del regista iraniano Jafar Panahi e della sua famiglia e vogliamo esprimere il dolore e l’indignazione della direzione artistica ed organizzativa del filmfestival Popoli e religioni, che da 5 anni si svolge in Italia nella prima settimana di novembre e che intende favorire il dialogo interreligioso e la comunione tra i popoli di diverse culture e aree del mondo.
L’arresto del regista ci appare una drammatica violazione dei diritti di libertà, di dialogo, di creazione artistica e di libera espressione che sono un patrimonio ineliminabile del cammino dell’umanità.
Inoltre, il pregio artistico dei film realizzati dal regista Panahi ce lo presentano come un uomo sensibile e testimone di valori umani universalmente condivisibili, ciò a lode anche della lunga tradizione storico-culturale di una civiltà come quella dell’Iran.
Chiediamo, pertanto, a codesta ambasciata di adoperarsi in ogni modo per assicurare al regista e agli altri arrestati con lui l’immediata liberazione.
Distinti saluti
I direttori artistici
Matteo Ceccarelli
Alessandro Minestrini
I direttori organizzativi
Stefania Parisi
Arnaldo Casali
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