IL PREMIO ALLA CARRIERA A FRANCO BATTIATO

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Una giornata nel segno della spiritualità orientale; è stata quella di martedì, al festival “Cielo e Terra”: la serata di Franco Battiato,  del suo film Niente è come sembra e del premio alla carriera, ma anche del trionfo di 7 km da Gerusalemme di Claudio Malaponti, interpretato da Luca Ward e Alessandro Etrusco.

Primo in concorso ad essere stato proiettato, lunedì sera, al cinema Politeama, il film ha creato all’organizzazione l’imbarazzo di dover mandare a casa decine di spettatori.

“Un successo assolutamente inaspettato – dicono dall’Istess, che organizza il festival “Cielo e Terra” in collaborazione con il Comune, il Ministero della cultura e la società Arcus – tanto che abbiamo deciso, all’ultimo momento, di raddoppiare le proiezioni aggiungendone una alle 23.30”.

Non solo, ma anche ieri è stata aggiunta un’ulteriore proiezione del film di Malaponti (che racconta l’incontro, sulla strada di Emmaus,  tra un pubblicitario e Gesù in persona) la cui versione in dvd è in distribuzione – in anteprima sull’uscita ufficiale e a prezzo scontato – proprio al filmfestival popoli e religioni.

Una grande soddisfazione per regista, interpreti, e produttore, vittime di un lungo boicottaggio iniziato con una causa intentata dalla Coca Cola e poi ritirata.

“E’ paradossale – commenta Malaponti – la Coca Cola si è ritenuta danneggiata da una scena in cui si vede Gesù bere da una lattina”. La verità è che il film, girato in gran parte in Siria e coprodotto da un siriano, si è trovato al centro di un vero e proprio caso internazionale che vede contrapposti Israele e Stati Uniti contro il paese arabo annoverato dal governo americano tra gli “stati canaglia”. E proprio la spiritualità mediorientale è il filo rosso che lega Malaponti e Battiato, che nella serata di ieri ha ricevuto il premio alla carriera dalle mani del vescovo Vincenzo Paglia e ha presentato il suo terzo film scritto con l’immancabile Sgalambro – Niente è come sembra – denso di spiritualità come d’altra parte buona parte dell’opera musicale del cantautore di Catania. “Sì, sono un professionista della spiritualità – scherza Battiato  – e faccio il cinema, così come la musica, per questo motivo: per immettere idee di ordine spirituale. Ho iniziato negli anni ‘70 con i mistici indiani e poi il buddismo tibetano; insomma ho frequentato tutte le parrocchie possibili e sono felice di essere venuto a questo festival proprio perché considero il cinema un importantissimo veicolo di spiritualità”.

“Quello che mi interessa fare – aggiunge – sia con il cinema che con la musica, è descrivere l’eccellenza dell’essere umano, attraverso una serie di racconti da mettere insieme”. Parlando della sua carriera di regista, “la prima esperienza – dice – nacque come un gioco: non è che avessi la necessità o l’intenzione di cimentarmi con un nuovo mezzo di espressione. Però appena arrivai sul set il primo giorno mi sentii pienamente a mio agio, e così ho continuato e continuerò; sto già pensando al quarto film”.

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